un messaggio dal pianeta p51 di Arturo di Boote.

per aiutare una comunità aliena nella progettazione di una piazza, gli studenti hanno elaborato forme insolite e spiegato a corrispondenti lontani nello spazio la propria cultura geometrica, attingendo a un misto di linguaggi artistici e formali e morfologie naturali. Scopo dell‟operazione: ripercorrere la scoperta e l’invenzione di regolarità che accompagna lo sviluppo della geometria.

V anno, primaria

Fig. 4. Contatto iniziale con p51 di Arturo di Boote

Figg. 5, 6. Edifici “arturiani”

Fig. 7. Disposizione d‟aula nel laboratorio al V anno

 

L‟attività iniziava con un messaggio che conteneva una richiesta di collaborazione. Per le classi quinte erano gli abitanti di un lontano pianeta, vicini alla stella Arturo di Boote. Il  popolo alieni viveva con una geometria diversa dalla nostra, quella euclidea, e sollecitavano i bambini a ripensare alla nostra storia per poterla trasmettere loro. La narrazione veniva affiancata da suggestioni colte da vari contesti (arti figurative, geologia, danza, architettura, informatica grafica) che permettevano di ripercorrere lo stesso significato descrivendolo in termini diversi. Uno spazio comune centrale rappresentava lo spazio in cui costruire. Una grande mappa in cui il tracciato era pure cartesiano, ma deformato a descrivere un terreno sul bordo di un fiume.

immagine usata per innescare la ricerca di regolarità in natura
immagine usata per innescare la ricerca di regolarità in natura
il tavoliere di gioco: la piazza per p51 di Arturo di Boote
il tavoliere di gioco: la piazza per p51 di Arturo di Boote

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edifici arturiani
edifici arturiani

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contatto iniziale con p51 di arturo di Boote
contatto iniziale con p51 di arturo di Boote

Fig. 11. Lab V – il tavoliere di gioco: la piazza per p51 di Arturo di Boote Fig. 12. Carte sul tavoliere e pezzi da identificare e ricostruire Fig. 13. Prove di montaggio e collocazione dei solidi nella piazza

Lo spazio centrale era direttamente relazionato allo spazio di elaborazione, il banco, su cui lavoravano due allievi e in cui oggetti e figure erano nella stessa scala del progetto generale, mentre la superficie a parte (lavagna più spazio di proiezione) è stata usata per presentare argomenti e per amplificare e commentare ciò che avveniva sulle altre due superfici.

Ogni progetto si concludeva con il collocamento delle forme sul quadrante e la loro traduzione. I popoli lontani nello spazio non sapevano leggere i disegni, quindi era necessario trovare un codice per comunicare loro delle configurazioni. Il codice veniva definito con un miscuglio abbastanza libero di coordinate posizionali, descrizioni di figure e trasformazioni geometriche, e diventava occasione per discutere sul processo di costruzione algoritmica della figura.

 

una serie di solidi dovevano essere costruiti a partire da pezzi sparsi sul tavoliere assieme alle foto che li descrivevano; il lavoro di identificazione delle parti, premontaggio, collocazione e descrizione in altri termini obbligava i ragazzi a ricostruire, tradurre e confrontare le loro rappresentazioni con forme già conosciute;le forme arturiane seguivano regole di trasformazione diverse dalle consuete, ritrovabili però in opere d‟arte contemporanea o in certe strutture vegetali; gli allievi utilizzavano queste trasformazioni su solidi rappresentati in vari modi e materiali: scheletrati in filo d‟ottone, pieni in plastilina, gusci in cartoncino.

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Fig. 21. Continuità tra le figure attraverso aumento dei lati e angolo di estrusione Fig. 22. Ritorno all‟immagine dal solido; ridisegno intuitivo Figg. 23, 24, 25. Trasformazione di solidi ispirate a un palazzo arturiano dalle tre alle due dimensioni

Gli strumenti usati per il progetto sono stati scelti in base alla loro efficacia comunicativa, alla relativa disponibilità e alla facilità d‟uso. Ove possibile gli oggetti didattici e la strumentazione di supporto sono stati costruiti dagli studenti.

Fig. 26. Montaggio finale sul progetto della piazza arturiana dei solidi a guscio, scheletrati e pieni Fig. 27. I messaggi pronti da trasmettere agli arturiani con istruzioni per la costruzione e collocazione dei solidi nella loro piazza

 

valutazione

La valutazione dell‟esperienza è stata svolta in relazione ad alcuni indicatori. La realizzazione delle figure, il loro posizionamento, la loro traduzione in forma di algoritmo, sono stati elementi di valutazione dell‟accoglimento e dell‟efficacia dell‟attività. Come occasione di verifica e confronto è stata introdotta un‟attività in cui alcuni allievi, a partire dal messaggio di altri compagni, dovevano ricostruire la figura e la sua posizione. Gli errori che emergevano venivano esplicitati, analizzati e rettificati, confermandosi importanti momenti di consolidamento. Inoltre il grado di concentrazione molto alta da parte dei bambini e la loro elevata partecipazione durante i laboratori hanno rappresentato dei riscontri significativi. L‟atteggiamento positivo nei confronti delle attività geometriche ed alcune abilità acquisite in relazione alle trasformazioni si sono mantenuti ben oltre le giornate di laboratorio.